martedì 16 dicembre 2014


                                    LISARIO O IL PIACERE FEMMINILE DELLE DONNE


Avevo già incontrato una scrittrice, semisconosciuta a dire il vero, nell'ambito di un PON d'Italiano che facemmo alle Scuole Medie. La Cilento, che pure non avevo mai sentito nominare, mi è sembrata però subito un'autrice più esperta e sinceramente migliore. Probabilmente avrei partecipato più attivamente e con più interesse all'incontro se solo avessi letto il libro, che ancora non mi appresto a prendere... Tutto quello che so è quindi un ricordo degli entusiasti riassunti delle mie compagne di classe.
A causa di un mal riuscito intervento chirurgico, Lisario è muta, legge però Cervantes e scrive lettere alla Madonna. Per sottrarsi al matrimonio cade addormentata, per mesi. Giunge a curarla, a Napoli, il medico fallito Avicente Iguelmano. Il dottore, con le sue terapie poco ortodosse penetrerà e sarà avvolto dall'abissale universo del piacere (infinito) femminile.
Sfondo della storia è la Napoli barocca del '600, vivace centro culturale dell'Europa: colorata e puzzolente, sapiente e miserabile. Una Napoli splendida che accoglie Cervantes e Caravaggio, ma anche una Napoli povera, appestata e culla di continue rivolte.
In questo contesto, in cui la donna non aveva certamente un ruolo di primo piano, in un periodo in cui, come per molti secoli prima e molti ancora dopo, la donna viveva all'ombra della figura maschile, Lisario è la ribelle che spezza gli equilibri, si ribella all'autorità dell'uomo con un gesto tanto assurdo quanto sconvolgente: dormendo. Lisario si eleva, inconsapevolmente, dalla massa e da' voce alla donna, costretta a vivere ai margini della società, ignorante e ignorata. Ed è a mio avviso straordinario, e paradossale, che a donare la voce a quello che è stato a lungo considerato il sesso debole, sia una ragazza muta.
Come nella più classica delle favole, dunque, la Bella Addormentata viene salvata dal suo principe azzurro,  che verrà ammaliato dai segreti meccanismi del piacere femminile che diverrà l'ossessione della sua vita. La sessualità diventa una delle protagoniste della storia, durante l'incontro straordinaria è stata la capacità della Cilento di parlarne con la massima spontaneità possibile, senza imbarazzi o disagi, abbattendo con la curiosità e l'importanza della condivisione taboo secolari figli di una società bigotta.
L'incontro, però, che forse proprio per questo è stato unico nel suo genere, non è stato esclusivamente incentrato sulla discussione del libro, proprio perchè molti di noi l'avevano letto "a rate", ma ha avuto anche un'impostazione più squisitamente tecnica e ci ha offerto la possibilità di volgere alla Cilento domande sull'arte della scrittura. Bellissima e divertente è stata la lettura di un passo del romanzo che ha chiuso il piacevole incontro.

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