lunedì 23 marzo 2015

Un alleato comprensivo

Pochi giorni fa c'è stato un incontro con Antonio Scurati, autore de "Il padre infedele", un racconto in prima persona di una paternità, quella di Glauco che ripercorre le tappe dell'incontro con la sua compagna Giulia dall'innamoramento, alla nascita della loro figlia.Scurati, quindi, affronta una tematica molto attuale: la mancanza di paternità, intesa fino a qualche decennio fa in modo marcatamente diverso.Oggigiorno, difatti, i neo-papà assumono altri comportamenti rispetto a quelli che caratterizzavano i "vecchi". La funzione educativa in questo modo, spesso e volentieri, viene affidata alla madre che assume così non solo il ruolo materno che le appartiene, ma anche quello paterno.Un tempo, c'era un distacco padre-figlio sostanziale: ciò che li rapportava erano le regole dettate dal padre a cui il figlio era tenuto a sottostare necessariamente.Il rapporto appariva dunque teso e freddo.Ora invece,la figura paterna ha assunto caratteristiche prettamente femminili facendo sì che si instauri  un rapporto caloroso tra padre e figlio immediatamente alla nascita.È difficile vedere un padre "gelido" e distaccato che non è a conoscenza dei problemi e i "segreti" che circondano la vita  dei figli.Insomma, il papà del XXI secolo non trasmette più regole severe, sguardi minacciosi e punizioni bensì utilizza strumenti affettivi: da autoritario, il papà è ora inteso come un alleato comprensivo.

Alessia Cimino

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