Parto dal presupposto che incontrare l’autore di un libro ci permette di entrare in contatto con l’altro, arricchisce la nostra mente, e spesso anche la nostra anima. Trovo meraviglioso poter guardare la vita dal punto di vista di un altro, e forse l’unico modo per farlo, l’unico modo per aprirci alla comprensione della mente e dei sentimenti umani è la lettura. Un libro non racconta un’ esperienza di vita individuale, un libro è conglomerato di idee, passioni, sentimenti che ci riempiono, ci nutrono ci permettono di vivere tante vite, tante quanti sono i personaggi delle nostre letture. Il personaggio de “Il padre infedele”, presentato da Scurati, ci racconta la storia di un padre, un padre nuovo, appartenente alla generazione attuale. Un padre-madre che si prende cura della sua bambina in ogni suo passo verso la vita. Credo sia naturale che, nell’ascoltare la sua presentazione io abbia pensato al mio di padre, un padre che forse può essere collocato nel gruppo dei papà moderni. Un papà che si è sempre preso cura di me, cambiandomi il pannolino e tenendomi la mano fino all’età di dieci anni, prima di addormentarmi, perché solo il calore e la protezione che la sua mano trasmetteva mi rassicurava e mi faceva chiudere gli occhi. Credo almeno per quanto mi riguarda, che un papà presente in tutto nella vita di un figlio, possa farlo diventare una persona più completa. Io, da figlia, sono convinta che un papà sia il primo grande amore, il primo uomo per cui si prova un affetto profondo e sincero, senza riserve. Ovviamente non per questo un padre deve essere meno autoritario. Il papà è un condensato di dolcezza e autorità, secondo me. Deve prendersi cura dei suoi bambini, ma dimostrare loro l’importanza del rispetto reciproco, spesso anche dettando delle regole.
L’incontro, devo dire, ha un po’ deluso le mie aspettative, non mi è
piaciuta molto l’organizzazione, ne’ l’approccio usato dall’autore. Non mi ha
coinvolto tanto quanto i due precedenti autori che abbiamo incontrato, non per
il tema affrontato, che secondo me era davvero interessante, pur non essendo a
diretto contatto con il mondo dei giovani, quanto, forse, per il modo di
presentarlo.
Claudia Pastore
Nessun commento:
Posta un commento