domenica 22 marzo 2015

Un amore pat-materno



Proprio nei giorni precedenti la Festa del papà, si è svolto l'incontro con l'autore Antonio Scurati, la cui discussione era incentrata sul rapporto tra padre e figlio, ma soprattutto sulla nuova generazioni di padri. Sì, proprio loro.Di solito, con i figli, il ruolo principale è svolta dalla madre, dal momento che è lei a prendersi cura dei propri figli, a partire dalla gravidanza, ovviamente. Di solito alla madre spetta cullarlo, tranquillizzarlo, prendersi cura del corpo del piccolo e della sua pulizia. Scurati, invece, sposta l'attenzione sulla figura paterna , sul suo modo di essere e alla generazione a cui appartiene. L'autore parte da una differenza tra padri di vecchia generazione, quelli che lui chiama "1.0", e padri di nuova generazione. I primi sono soliti assumere comportamenti autoritari, più rigidi, creando in questo modo un rapporto padre-figlio molto più distaccato. Una generazione di padri che proviene da una società in cui vi era una netta distinzione dei ruoli all'interno della famiglia. Era la donna,infatti,  ad occuparsi della casa e della crescita dei propri figli.
I padri della nuova generazione, invece,talvolta divenuti tali in tarda età, sono genitori che si prendono maggiore cura dei propri figli. Padri, che per amore dei figli, sono disposti ad alzarsi nel cuore della notte per cullarli. Padri che riprendendo l'espressione di Scurati "cambiano il pannolino" ai propri figli.
Sono genitori che dedicano loro, parte della giornata, quando è possibile. Padri con cui poter scherzare, ridere ed avere un rapporto quasi fraterno. In questo modo, si instaura un legame molto più intenso, quasi carnale. Personalmente, non so come definire mio padre; forse un padre a metà tra le due generazioni. Talvolta è autoritario, ma solo quando è necessario. Il mio è un padre che nonostante non mi abbia cambiato il pannolino, o fatto il bagnetto è riuscito a prendersi cura di me, pur essendo la terza figlia, dopo già due femmine. Un padre che ogni giorno nutre amore per me, sebbene abbia quasi 18 anni.Il nostro è un bel rapporto, non molto intimo, ma sicuramente forte.Abbiamo caratteri molto simili e lui ne diventa orgoglioso quando mia madre ci dice: "siete uguali!".
Per me è sempre stata la figura maschile perfetta sotto alcuni aspetti,  dal momento che in lui, sin da bambina, ho sempre visto una persona in grado di saper fare qualsiasi cosa, che non ha paura di niente. Quella persona che quando c'èti fa sentire al riparo da tutto e potrebbe accadere qualsiasi cosa... "tanto c'è papà!"
E' stato interessante l'incontro con Scurati; scoprire in qualche modo, il pensiero di un autore su un tema che solitamente è privato. Forse perché a volte si pensa che gli autori siano delle persone diverse dal normale, o si fa difficoltà ad immaginarli in una vita privata, con i propri legami e affetti, che siano amorosi o familiari. Il tema, almeno per me, è stato toccante, e cosa banale, ma che ha reso l'incontro più intrigante è stato il fatto che l'evento si è svolto nei giorni precedenti la Festa del papà; e dunque, ciò mi ha consentito di fare una maggiore riflessione, sia sulla Festa del papà, sia sulle parole di Scurati,ma soprattutto sul rapporto che ho con mio padre.

Martina Gagliarde 

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