martedì 24 marzo 2015

Il papà: il primo uomo di ogni donna

L'incontro con Scurati, avvenuto proprio nel giorno in cui ricorre la festa del papà, si è focalizzata sul suo libro "Il padre infedele" che può essere definito in parte autobiografico difatti proprio come il protagonista Glauco anche Scurati è divenuto padre in tarda età di una bimba. Attraverso questa nascita che l'autore designa come l'unico e vero evento che segna profondamente la vita di ogni uomo, egli rivela una verità, che magari agli occhi di una diciassettenne può apparire lontana dal suo mondo pieno di passioni e sentimenti travolgenti; lasciandole nella mente questa frase " quando nasce un bambino muore  una coppia".
Per me è incomprensibile pensare che la conseguenza pìù bella di un amore, ossia la nascita di una creatura, può portare alla morte dell' amore che l' ha generata, ma poi pensandoci meglio mi rendo conto come le attenzioni richieste da un bambino dalle notti insonni ai pannolini da cambiare  limitano la possibilità di dedicarsi al proprio partner e a mettere in primo piano  il bambino, che da quel momento in poi sarà il centro della vita di un genitore.
La figura paterna è sempre stata relegata in secondo  piano rispetto a quella materna come più volte  ci ha fatto notare Scurati aggiungendo che però le cose sono cambiate e attualmente si possono distinguere due diverse figure paterne: la prima è quella del padre autoritario proprio di qualche ventennio fa, la seconda è quella del padre-madre che è sempre più partecipe della vita del figlio. Inutile nascondere che il legame tra un padre e una figlia sia qualcosa di indissolubile e ha un ruolo fondamentale nella vita dei figli e in particolare di quelle femmine. La presenza del papà dà l'imprinting ai futuri rapporti che la bambina, poi ragazza e infine donna avrà con tutti gli altri uomini che incontrerà e riattiveranno le tracce di questo antico legame. Ecco perchè il padre fa parte della propria figlia dal momento del concepimento in poi, vive dentro di lei ed il rapporto con lei è diretto e spontaneo, naturale, esclusivo e profondamente investito sentimentalmente strutturatosi attraverso il gioco, lo scherzo, il divertimento e una forte intimità. Questa relazione durerà per tutta la vita e vivrà sempre nel ricordo, sarà infatti impossibile dimenticare i momenti più belli vissuti con il proprio papà dai giochi fatti insieme alle discussioni avute durante l'adolescenza,
Il mio papà rimarrà sempre per me il principe azzurro delle fiabe, l' eroe "senza macchia e senza paura", la fonte di protezione e di aiuto, la mia guida, il mio consigliere prediletto, il mio rifugio  non solo nel ricordo di quand' ero una bambina e mi sentivo sicura e protetta nelle sue grandi braccia ma ancora oggi che sono quasi una donna ho bisogno dei suoi abbracci per continuare a sentirmi la "principessa di papà".

BRUNA ROMANO

lunedì 23 marzo 2015

Un alleato comprensivo

Pochi giorni fa c'è stato un incontro con Antonio Scurati, autore de "Il padre infedele", un racconto in prima persona di una paternità, quella di Glauco che ripercorre le tappe dell'incontro con la sua compagna Giulia dall'innamoramento, alla nascita della loro figlia.Scurati, quindi, affronta una tematica molto attuale: la mancanza di paternità, intesa fino a qualche decennio fa in modo marcatamente diverso.Oggigiorno, difatti, i neo-papà assumono altri comportamenti rispetto a quelli che caratterizzavano i "vecchi". La funzione educativa in questo modo, spesso e volentieri, viene affidata alla madre che assume così non solo il ruolo materno che le appartiene, ma anche quello paterno.Un tempo, c'era un distacco padre-figlio sostanziale: ciò che li rapportava erano le regole dettate dal padre a cui il figlio era tenuto a sottostare necessariamente.Il rapporto appariva dunque teso e freddo.Ora invece,la figura paterna ha assunto caratteristiche prettamente femminili facendo sì che si instauri  un rapporto caloroso tra padre e figlio immediatamente alla nascita.È difficile vedere un padre "gelido" e distaccato che non è a conoscenza dei problemi e i "segreti" che circondano la vita  dei figli.Insomma, il papà del XXI secolo non trasmette più regole severe, sguardi minacciosi e punizioni bensì utilizza strumenti affettivi: da autoritario, il papà è ora inteso come un alleato comprensivo.

Alessia Cimino

Il padre infedele

Glauco Revelli è, citando il mio professore, un padre 2.0 nella Milano di oggi, che si destreggia tra famiglia e lavoro per superarne le problematiche che si presentano. Quando sua moglie Giulia gli rivela che probabilmente gli uomini non le piacciono più, arriva il momento della profonda riflessione. È questa la trama del libro di Antonio Scurati: un viaggio alla ricerca di se stessi dal punto di vista di un uomo. Il bello del libro, secondo me, è proprio questo. La storia di un uomo che racconta i propri sentimenti, angosce e perplessità della vita famigliare. Un punto di vista quindi nuovo che ti conduce passo passo nella psiche maschile. Quella di Glauco è l'autoanalisi di un uomo di quarant'anni che scopre piano piano il rapporto tra padre e figlio. 
Dovendo fare una riflessione sulla figura del padre, mi rendo conto che il mio ha tratti alquanto diversi da quelli di Glauco. Tuttavia, non so dire a quale generazione di papà il mio appartenga. 
Mio padre non è mai stato una persona autoritaria, non è mai stato il "padre-padrone" di tanti anni fa, non lo si può definire un uomo severo e dispotico, un uomo privo di sentimenti. Eppure, pensando a quelli che sono i "parametri" dei padri di nuova generazione mi rendo conto che lui, papà, non appartiene nemmeno a questi. 
Ma allora il mio papà che tipo è? Il mio papà è semplicemente il mio papà. È un uomo con il cuore speciale. Da lui ho imparato l'educazione, ad amare con il cuore e ad essere altruista, a perdonare gli altri e ad amare la vita, ad essere tenace e a raggiungere i miei obiettivi. Penso semplicemente che ogni papà sia diverso dagli altri e non importa se sia uno scienziato, un medico, un avvocato, un contadino o un venditore ambulante, se appartenga alla prima o alla seconda generazione, il papà è la cosa più bella che ci sia! 

Enza Napolitano


Quando nasce una famiglia, muore una coppia

L’incontro con Scurati è stato un incontro un po’sconcertante: si è parlato dei padri, padri di vecchia e nuova generazione, padri padri, e padri madri. Quale dei due è più infedele? Il primo nei confronti dei figli non riuscendo o non volendo ricoprire un ruolo nella loro vita o il padre che costituisce la metà non solo all’interno della coppia in quanto tale, ma anche all’interno della coppia in funzione dei figli, che si allontana dagli stereotipi ormai ben lontani?
Un altro è stato il punto di riflessione che mi ha molto colpito: quando nasce una famiglia, muore una coppia. E’ esattamente ciò che penso. Quando nasce una famiglia, è la nuova vita che è al centro di tutto. Non hai tempo per te stessa, per te stesso, per la coppia. La coppia muore, e la cosa spaventosa è che lo fa consapevolmente, ma nonostante ciò non fa nulla per salire a galla. Cosa dovremmo pensare noi ragazzini di diciassette anni di fronte a ciò? Dovremmo accontentarci dell’idea di poter essere felici con qualcuno solo a tempo determinato? Dovremmo pensare che solo le persone forti sono in grado di mantenere saldo un rapporto di vita? E’ questo che hanno da insegnarci gli adulti?Allora se è così non voglio crescere, voglio restare per sempre la diciassettenne illusa ma felice quale sono.

Francesca Rotondi

domenica 22 marzo 2015

I nuovi padri

Credo che il miglior modo per celebrare la festa del papà è stato parlare proprio del papà. Quest'anno il 19 marzo ho partecipato all'incontro con Antonio Scurati, finalista premio Strega con il suo ultimo libro "II padre infedele". 
La figura del padre è una figura fondamentale nella vita di ogni bambino, di ogni bambina, di ogni ragazzo e ragazza. Oggi però questa figura sta radicalmente cambiando, ci troviamo per la prima volta ad osservare dei nuovi padri.
II padre di oggi resta la figura di riferimento essenziale per la formazione e lo sviluppo di un figlio, ma rappresenta una vera e propria rottura con il passato. Infatti il nuovo padre appartiene citando il mio professore di filosofia,alla “generazione 1.0” non può di certo essere bollato come un“padre padrone", un padre autoritario e a tratti dispotico, dove i figli non potevano opporsi alle sue decisioni e il rapporto tra padre e figlio era tutto sbilanciato a favore del primo, che deteneva  un potere decisionale assoluto. Oggi nella nostra società sono avvenuti molteplici cambiamenti che hanno interessato i rapporti tra padre e figlio dando origine ad una figura paterna che si colloca in una posizione meno autoritaria diventando una sorta di essere androgino che diviene madre e padre allo stesso tempo. Il padre moderno prepara la colazione, accompagna i figli a scuola, cucina, lava, stira, pulisce, gioca e aiuta a fare i compiti. ln qualche modo è una figura nuova, mai esistita nella storia, un padre amico un osservatore attento dell 'evoluzione del proprio figlio delle varie fasi della crescila. Diviene una base sicura un punto di riferimento stabile.

I nuovi padri a differenza dei vecchi mettono  il proprio tempo a disposizione dei figli con la consapevolezza che questo comporta un sacrificio in termini lavorativi ma è  comunque qualcosa di più prezioso e bello di qualunque dono. Voglio concludere allegando uno dei passi che più mi ha toccato nella giornata dedicata a Scurati e al tema della figura paterna.

("Forse mia figlia, quando dal futuro si volterà indietro, guardando oltre la spalla della tormentata narrazione paterna di questa loro comune infanzia, non ritroverà, a consuntivo di tutto, il trascurabile turbamento di queste mie pagine, ma il ricordo di un uomo gentile e della sua bambina amatissima che siedono fianco a fianco sullo stesso muretto basso, a contemplare, sorbendo lei il suo succo di frutta alla pesca e lui la sua sigaretta, la ruspa che demolisce un grande edificio per poi ricostruirne uno più bello e più grande. Ecco cosa è stato, penserà, mio padre per me. Un uomo grande e grosso, accovacciato su un muretto basso, magari incapace d’altro ma capace, con la sua rassicurante, inesorabile presenza, di trasformare un’opera di demolizione nell’incantevole spettacolo del mondo» (Antonio Scurati, "Il padre infedele"). 


Davide De Angelis




I genitori ai tempi dei social e di internet

Avere la possibilità di incontrare dal vivo uno scrittore è sempre un gran privilegio.
In questo caso, però, scrivere che l'incontro con Scurati è stato intrigante e stupendo corrisponderebbe a mentire spudoratamente.
Sarò sincera, la volontà di ascoltare c'era, ma per vari motivi, come l'acustica, l'argomento trattato e l'impostazione generale dell'incontro, mi hanno portato a seguire ben poco.
Certamente la discussione mi ha permesso di fare una riflessione su due punti.
Innanzitutto quella riguardo alle conseguenze che la nascita di un figlio ha su una coppia.
E' emerso che l'avvento di un figlio ha in sé del paradossale in quanto la nascita, un lieto evento, coincide con la morte della coppia.
Indubbiamente un figlio stravolge la vita di tutti i giorni, incidendo negativamente anche, ad esempio, sulla vita sessuale.
Io, nonostante tutto, sono arrivata alla conclusione che una coppia giunge al tramonto solo se vi era un'incompatibilità precedente o solo se ci si annulla completamente per i figli.
Dico questo prendendo come punto di riferimento i miei genitori. Sarebbe da ipocriti dire che il loro amore è perfettamente uguale a quello di 30 anni fa, ma, il ritagliarsi sempre degli spazi per se stessi e il fatto,poi, che noi figli siamo cresciuti, li ha portati a tagliare questo traguardo “strepitoso” per la nostra epoca.
Importante,poi, è anche la riflessione riguardo alla figura paterna.
Legandosi alla prassi che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni, anche i miei sono dei genitori tardivi.
Io sono l'ultima di tre figli e con mia sorella maggiore abbiamo 10 anni di differenza quindi i miei genitori avevano quasi 40 anni quando mi hanno avuta.
L'età di mio padre per me non è mai stata un problema, dato che era pressochè uguale a quella degli altri genitori, per mia madre invece la situazione è stata differente.
Lei aveva 10/15 anni di differenza rispetto alle altre mamme; per questo, ogni volta che me lo chiedevano, abbassavo la sua età sensibilmente, non riuscendo a capire che ciò era del tutto normale dato che io avevo dei fratelli che avevano già 20 anni mentre i miei compagni avevano fratelli di 5/6 anni. Con forte rammarico da parte di mia madre :), avendo capito il tutto, non lo faccio più.
In realtà non so dire a quale generazione di papà il mio appartenga.
Sicuramente, non mi ha mai cambiato il pannolino ma questo era solo dovuto al fatto che di giorno lavorava e di sera, dato che era stanco, era mia madre a farlo.
Non è mai stato un uomo burbero né tanto meno autoritario è sempre stato, sebbene alcuni storcerebbero il naso, quasi un amico, che ha, comunque, saputo educarci.
Ora, detto ciò, credo che importante non sia il dare amore ai figli, indipendentemente dai gesti compiuti.
 Auguri a tutti i papà, anche se in ritardo!!

Federica Morelli


Un amore pat-materno



Proprio nei giorni precedenti la Festa del papà, si è svolto l'incontro con l'autore Antonio Scurati, la cui discussione era incentrata sul rapporto tra padre e figlio, ma soprattutto sulla nuova generazioni di padri. Sì, proprio loro.Di solito, con i figli, il ruolo principale è svolta dalla madre, dal momento che è lei a prendersi cura dei propri figli, a partire dalla gravidanza, ovviamente. Di solito alla madre spetta cullarlo, tranquillizzarlo, prendersi cura del corpo del piccolo e della sua pulizia. Scurati, invece, sposta l'attenzione sulla figura paterna , sul suo modo di essere e alla generazione a cui appartiene. L'autore parte da una differenza tra padri di vecchia generazione, quelli che lui chiama "1.0", e padri di nuova generazione. I primi sono soliti assumere comportamenti autoritari, più rigidi, creando in questo modo un rapporto padre-figlio molto più distaccato. Una generazione di padri che proviene da una società in cui vi era una netta distinzione dei ruoli all'interno della famiglia. Era la donna,infatti,  ad occuparsi della casa e della crescita dei propri figli.
I padri della nuova generazione, invece,talvolta divenuti tali in tarda età, sono genitori che si prendono maggiore cura dei propri figli. Padri, che per amore dei figli, sono disposti ad alzarsi nel cuore della notte per cullarli. Padri che riprendendo l'espressione di Scurati "cambiano il pannolino" ai propri figli.
Sono genitori che dedicano loro, parte della giornata, quando è possibile. Padri con cui poter scherzare, ridere ed avere un rapporto quasi fraterno. In questo modo, si instaura un legame molto più intenso, quasi carnale. Personalmente, non so come definire mio padre; forse un padre a metà tra le due generazioni. Talvolta è autoritario, ma solo quando è necessario. Il mio è un padre che nonostante non mi abbia cambiato il pannolino, o fatto il bagnetto è riuscito a prendersi cura di me, pur essendo la terza figlia, dopo già due femmine. Un padre che ogni giorno nutre amore per me, sebbene abbia quasi 18 anni.Il nostro è un bel rapporto, non molto intimo, ma sicuramente forte.Abbiamo caratteri molto simili e lui ne diventa orgoglioso quando mia madre ci dice: "siete uguali!".
Per me è sempre stata la figura maschile perfetta sotto alcuni aspetti,  dal momento che in lui, sin da bambina, ho sempre visto una persona in grado di saper fare qualsiasi cosa, che non ha paura di niente. Quella persona che quando c'èti fa sentire al riparo da tutto e potrebbe accadere qualsiasi cosa... "tanto c'è papà!"
E' stato interessante l'incontro con Scurati; scoprire in qualche modo, il pensiero di un autore su un tema che solitamente è privato. Forse perché a volte si pensa che gli autori siano delle persone diverse dal normale, o si fa difficoltà ad immaginarli in una vita privata, con i propri legami e affetti, che siano amorosi o familiari. Il tema, almeno per me, è stato toccante, e cosa banale, ma che ha reso l'incontro più intrigante è stato il fatto che l'evento si è svolto nei giorni precedenti la Festa del papà; e dunque, ciò mi ha consentito di fare una maggiore riflessione, sia sulla Festa del papà, sia sulle parole di Scurati,ma soprattutto sul rapporto che ho con mio padre.

Martina Gagliarde