giovedì 18 dicembre 2014


Lisario o il piacere infinito delle donne

Per me l’incontro con un autrice di libri Antonella Cilento è stata un’esperienza veramente interessante non solo dal punto di vista didattico ma anche da quello umano e psicologico. La conoscenza diretta dell’autrice, la quale era un’ entità oscura al di fuori della vita quotidiana, semplicemente immaginata dalla lettura del suo libro Lisario è stato qualcosa di veramente bello. Partendo da un’introduzione fatta dall’autrice, le abbiamo fatto varie domande sulla trama, sui personaggi e sul suo modo di scrivere. Va sottolineato che le domande non erano preparate in classe, ma sono state formulate spontaneamente da noi ragazzi al momento dell’incontro sotto la spinta delle emozioni suscitate dall’avvenimento e degli spunti suggeriti dalle parole dell’autore.
La Cilento ci ha catapultato nella Napoli del '600, (sfondo storico e sociale del libro). Qui troviamo una società vivacissima,il cui apice assoluto è rappresentato dalla cultura, una Napoli splendida che accoglie Cervantes e Caravaggio, ma anche una Napoli appestata e culla di continue rivolte a causa di profonda crisi dovuta alla pesante tassazione; si presenta maleodorante, sporca, nonchè culla della criminalità. In un tempo nel quale le  donne non avevano molti diritti non era concesso loro una grande libertà, dovevano soltanto obbedire a un uomo. Non a caso dunque la Cilento sceglie come protagonista del suo romanzo,una figura femminile: Lisario, una giovane ragazza, non dotata di chissà quale bellezza e  soprattutto muta. Ebbene anche se paradossale Cilento fa innalzare un grido  per una maggiore  libertà femminile proprio a colei che non poteva farlo, per l’appunto Lisario.  Con l’autrice inoltre abbiamo inoltre parlato liberamente di molti temi primo fra tutti la sessualità osservata da un punto di vista femminile. La Cilento si è rivelata una persona affabile e cordiale molto disponibile al dialogo e molto entusiasta del suo lavoro. Un’ esperienza da rifare !!
                                                                                                                               
                                                                                                                                Davide De Angelis

mercoledì 17 dicembre 2014

LISARIO O IL PIACERE INFINITO DELLE DONNE


Il romanzo è ambientato nel 600 durante la dominazione spagnola a Napoli.
La storia è quella di Lisario,ragazza di nobile famiglia,divenuta muta a causa
di un intervento alla gola.La ragazza che ha imparato a leggere e a scrivere di
nascosto della famiglia scrive in segreto lettere alla Madonna alla quale confida
tutte le sue ansie e le sue paure.Per sfuggire ad un matrimonio  non gradito ,
combinato dalla sua  famiglia,si ribella lasciandosi cadere in un sogno misterioso
senza che nessuno sappia trovare il modo per svegliarla. Un medico fallito
riesce a far svegliare la ragazza e a sposarla. Lisario ,pero',non prova piacere
fisico ne felicita' dal matrimonio fino a quando incontra un altro uomo ,l unico a
destinarle un amore disinteressato, divenendone amante.Il romanzo parla
delle donne ed è rivolto alle donne,pero' i veri protagonisti sono gli uomini
ignoranti e senza scrupoli contro i quali l' unica difesa delle donne è l' astuzia.
Tutta la vicenda ha come sfondo una Napoli barocca con i suoi intrighi e le
sue bellezze,con  il suo sfarzo e la sua miseria, con la sporcizia ovunque e gli
spagnoli che stentano ad ambientarsi in una citta'  ingestibile.

Maria Claudia Tizzani    

Lisario o il piacere infinito delle donne

"Lisario o il piacere infinito delle donne" è un romanzo storico di Antonella Cilento impregnato di napoletanità  e incentrato sul piacere femminile. A fare da sfondo al racconto è la Napoli dei primi anni del 600 quando questa, colonia spagnola, era nel periodo di massimo splendore dal punto di vista architettonico e pittorico ospitando anche personaggi celebri, come Cervantes e  Caravaggio. Questa  Napoli però è anche in profonda crisi a causa della pesante tassazione e si presenta puzzolente, sporca nonchè culla della criminalità. La storia è raccontata da vari punti di vista, la scrittrice ora si mette nei panni di un personaggio ora di un altro. La storia parla di Lisario Morales,una giovane ragazza muta a causa di un maldestro intervento chirurgico, ma legge di nascosto Cervantes e scrive lettere alla Madonna. È poco più di una bambina quando le propongono per la prima volta il matrimonio: per sottrarsi a quest'obbligo cade addormentata.
Quando non può opporsi alla violenza degli adulti, infatti, Lisario dorme. E addormentata da mesi, come la protagonista della più classica delle fiabe, la riceve in cura Avicente Iguelmano, medico fallito giunto a Napoli per rifarsi una reputazione.
Tra mille incertezze, pudori, paure, la terapia, al tempo stesso la più prevedibile come la più illecita, sarà coronata dal successo, e però spalancherà davanti alla mente del dottore un universo di dubbi e paure tutti riguardanti il piacere infinito delle donne.
Lisario è presentata come una ragazza anticonformista che deve affrontare due problemi in particolare: innanzitutto è nata nel 600, secolo in cui le donne erano viste soltanto come degli strumenti per mandare avanti la famiglia; inoltre era muta. Lisario nonostante il suo essere muta riesce a far sentire la sua "voce" scrivendo delle lettere alla Madonna ma non per una devozione particolare  infatti lei aveva bisogno, come ci ha fatto notare la Cilento, soltanto di qualcuno con cui parlare e la Madonna poteva essere la sua unica destinataria. Riesce inoltre a farsi valere anche attraverso il corpo, cadendo in un sonno profondo ogni qualvolta qualcosa non le stava bene. In questo modo usciva da quel mondo di sottomissione a cui le donne seicentesche erano destinate. Altro punto focale del racconto è il piacere infinito delle donne, come ricordato nel titolo, che è infinito a differenza di quello degli uomini . Un libro al confine tra commedia e tragedia, i capitoli brevi, conclusi con effetti drammaturgici, fanno di Lisario un libro brillante su cui regna sovrana l'ironia, un deus ex machina che sminuisce ogni angheria, ogni bacio e ogni preghiera.

Per quanto riguarda l'incontro con Antonella Cilento, l'autrice, ciò che più mi ha colpito è stata la sua capacità di metterci a nostro agio di fronte ad un argomento da secoli soggetto a tabù, quale la sessualità. Durante l'incontro, infatti, non abbiamo discusso molto riguardo la trama del racconto quanto riguardo tematiche attuali come la masturbazione e l'omosessualità. Un'altra cosa che mi ha colpito molto è stato lo scoprire tutto ciò che c'è dietro la stesura di un libro dall'ispirazione alla stesura sino alla pubblicazione. E' stato il mio primo incontro con la scrittrice di un libro e devo dire che è stato molto stimolante ed appassionante e ha fatto nascere in me un maggiore interesse che mi ha spronato a leggerlo.

Rita Di Matteo

La "bella addormentata" della Napoli Barocca.

Lisario o l'infinito piacere delle donne per molteplicità dei temi lungo i quali si dipana, può essere considerato un romanzo dal " multiforme aspetto", Antonella Cilento non solo ci propone un ricco squarcio della tumultuosa Napoli del Seicento, nella quale si sovrappongono i destini di importanti pittori, nobili spagnoli, rapaci arraffoni, prostitute, ermafroditi, insetti e ratti in quantità, tutti <<perversi come pesci>> ma ci pone di fronte a un tema, che sicuramente crea un alone di pregiudizio intorno a questo magnifico e a dir poco sorprendente libro, sto parlando del piacere delle donne.
In questo affresco della Napoli barocca, ritroviamo l' immagine della "bella addormentata", è così che Antonella, durante lo stimolante incontro avvenuto nell'aula magna del nostro istituto, definisce Lisario Morales, la protagonista bellissima e muta a causa  di una mal riuscito intervento chirurgico, ma che legge di nascosto Cervantes e decide di scrivere lettere e ad una interlocutrice particolare, la Madonna. Era poco più che una bambina quando le propongono di unirsi in matrimonio ad un vecchio che ai suoi occhi appare "bavoso e gottoso", allora al fine di sottrarsi a tale obbligo a cui la sua condizione femminile la sottopone si rifugia in lungo sonno, che dura ormai da mesi quando la riceve in cura Avincente Iguelmano, medico fallito, giunto a Napoli per rifarsi una reputazione. Quest’ultimo dopo averla risvegliata con pratiche mediche inconfessabili e poco lecite tra mille pudori, paure e incertezze, riesce a conquistarsi la stima dei genitori della piccola che gli offriranno la sua mano. Lisario si ritroverà ad essere la cavia di un uomo che non ama in un’età di cambiamenti e di scoperte del corpo. Difatti, il piacere delle donne è divenuta un’ossessione di Iguelmano, un mistero abissale e conturbante tanto da fargli provare quasi “invidia” per l’incontrollabile ed eversiva energia delle donne.
Lisario, la quale preferisce saltare sui letti, scorrazzare e vive male l’ossessiva attenzione del marito, verrà salvata dal principe azzurro, Colmar, talentuoso ma sfortunato pittore di origine giudea. Iguelmano scoprirà il tradimento e cercherà di dividere i due amanti senza però riuscirci, a ciò seguono diverse avventure che ci permetteranno di “penetrare” nella meravigliosa Napoli del 600, la Cilento in questo modo oltre a porci di fronte a questioni morali e politiche che sono purtroppo presenti, vale a dire la corruzione, ci porrà di fronte alla questione omosessuale parlando dei “femmenielli” allora visto come una persona che portava fortuna e quindi relativamente rispettata. Che dire Antonella è una grande scrittrice innanzitutto per l’abilità di parlare apertamente, senza pregiudizi e come è giusto che sia considerando cose completamente normali determinati tabù, primo fra tutti il tabù del piacere delle donne. Anche durante il nostro incontro ci ha spiegato che le donne hanno qualità "superiori", soprattutto durante il rapporto sessuale, rispetto agli uomini; spiegando che nelle scuole è importante che venga impartita anche un educazione sessuale. Per quanto riguarda la questione omosessuale, per certi versi un altro tabù del nostro mondo, durante l’incontro ci ha reso partecipi di un sua pezzetto di vita privata dicendo che sua sorella lo è e che a Napoli diversamente da quanto accade in piccole città come Benevento gli omosessuali sono liberi di vivere apertamente la loro relazione senza essere additati o derisi per la strada sicuramente con le dovute eccezioni.  Ho apprezzato molto il fatto che ci ha raccontato un po’ di sé perché ci ha dimostrato di essere una persona alla mano oltre che una scrittrice capace di amalgamare in un solo romanzo questioni tanto lontane quanto vicine sia nel tempo che per contenuti.
Bruna Romano

Lisario o il piacere infinito delle donne







Lisario o il piacere infinito delle donne

La protagonista di questo romanzo è Lisario Morales, una giovane ragazza resa muta da un maldestro intervento chirurgico.  
Lisario compensa la sua carenza fisica scrivendo lettere alla Madonna e dando così sfogo alla sua voglia di comunicare.  Nella sua vita si cela un altro segreto: da autodidatta ha imparato a leggere e a scrivere.  
Per sfuggire alla triste realtà di donna del 600 nei momenti di difficoltà cade in catalessi. Grazie a questo meccanismo di difesa riesce ad evitare un matrimonio forzato.  
Avicente Iguelmano, medico in cerca di fama, riesce a guarire questo strano sintomo e come ricompensa riceve la mano della ragazza.  Il povero uomo,però, impazzisce perché non riesce a capire il meccanismo del piacere infinito delle donne.
La scrittrice ambienta la storia nella Napoli barocca del 600, ricca di umori, sapori, colori, nefandezze proprio come la Napoli odierna. 
E’ un libro da leggere tutto di un fiato, pieno di personaggi con una storia da raccontare. E’ interessante l’intreccio tra realtà storica e finzione, dove il dialetto napoletano trova spazio e spessore nel racconto.
L’incontro con l’autrice è stato molto interessante perché è stata capace di trattare argomenti molto intimi con garbo. Noi ragazzi ci siamo sentiti a nostro agio nonostante la crudezza degli argomenti. 
La Cilento è una persona che chiunque vorrebbe come amica poiché riesce a parlare di tutto senza farsi problemi o vergognarsi. E’ proprio questa l’atmosfera giusta poiché la sessualità fa parte dell’uomo ed è una cosa naturale. 



                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Nausicaa Pia Zollo
Lisario o il piacere infinito delle donne

Lisario o il piacere infinito delle donne” di Antonella Cilento, è un romanzo che mescola storia e invenzione; lo si può considerare, così come afferma la stessa scrittrice, “un miscuglio eterogeneo” che contiene contemporaneamente elementi storici, romantici, filosofici, teatrali, comici, tragici, ma anche elementi di avventura. Incentrato sul piacere femminile, è un romanzo impregnato di napoletanità. A fare da sfondo alla storia, infatti, è la Napoli del primo Seicento, quando la città, perla del Vicerè, è una colonia spagnola. E’ questo uno dei momenti più straordinari per la città meridionale che esplode dal punto di vista architettonico e pittorico, ospitando pittori quali Caravaggio e Cervantes, ma allo stesso tempo si rivela una città povera, puzzolente e che offre problemi visivi a causa della spazzatura e dei primi sistemi fognari che cominciano a saltare. Inoltre, in questo periodo, Napoli è la culla della criminalità, di continue rivolte e della peste, che riduce la popolazione di 2/3 circa. 
Il narratore, esterno e non onnisciente, che racconta la storia con continui occhi diversi, ora nelle vesti di un personaggio, ora in quelle di un altro, ci parla di una giovane ragazza, Lisario, muta, che si rifugia in un lungo sonno per sfuggire alle vessazioni cui la sua condizione femminile la sottopone. Oltre all’amore segreto per la lettura e per la scrittura, Lisario custodisce anche quello del piacere infinito. Avicente, medico “per caso”, ne diverrà grazie ad un colpo di fortuna lo sposo dopo averla svegliata con pratiche mediche inconfessabili.
Nel 1600 la donna non ancora trova il modo per far sentire la sua voce, unico compito che le spetta, è quello di riuscire a sposare un uomo che l’accudisca per il resto dei suoi giorni. Tuttavia, Lisario, pur essendo muta a causa di un intervento mal riuscito, riesce in qualche modo a far sentire la sua voce. La giovane, infatti, si dedica alla scrittura, rivolgendosi nelle sue lettere alla Madonna, ma tiene nascosta questa sua dote dato che a quel tempo si preferivano donne analfabete e succubi del marito. Inoltre, si esprime attraverso il silenzio: ogni volta che qualcosa non le va bene, Lisario, cade in un sonno profondo. Leggendo il libro, emerge una condizione della donna non molto diversa da quella di oggi dove la donna è ancora vittima e vede ancora “limitata” la sua libertà.
Un altro filo conduttore dell’intero romanzo, così come ci suggerisce il titolo, è il piacere delle donne, che a differenza di quello degli uomini, è infinito. La cosa che più mi ha colpita, è stata la spontaneità con cui la Cilento ha trattato il tema della sessualità, della masturbazione, che nel Seicento, ma anche oggi, resta una questione prettamente intima, un tabù, soprattutto per noi giovani. La scrittrice ha saputo metterci a nostro agio e ci ha permesso di andare oltre quella che è la semplice storia del libro, affrontando tematiche culturali riguardanti anche l’omosessualità.

Molto interessante, inoltre, è stato il conoscere l’intero lavoro che c’è dietro la stesura di un’opera, dall’ispirazione alla pubblicazione. Per me è stato il primo incontro con la Cilento, ma soprattutto con l’autrice di un libro che ho letto e posso dire che è stato davvero utile per appassionarmi ancora di più alla lettura del libro che in seguito ho concluso e per analizzare la storia in molte più sfaccettature. 


Enza Napolitano

Il piacere al femminile di Cilento

Antonella Cilento è una tra le poche donne che scrive un romanzo la cui protagonista non è di sesso maschile nel suo contemporaneo libro “Lisario e il piacere infinito delle donne” ambientato nella Napoli del 1700. Ella scrive in modo che il lettore conosca Lisarioda bambina, nel tempo di un flash. La ritrova quasi adolescente, quando, impossibilitata a parlare, scrive lettere alla Madonna, sua confidente, come le servette di corte. All’altissima, la ragazza racconta le sue ansie, le sue paure. Sentimenti intraducibili in suoni, perché le parole non fluiscono. In preda al malumore e alle pretese paterne, Lisario cade in un sonno profondo. Sarà il dottorAvicente Iguelmano, gran cialtrone, a ridestarla, conquistandosi la stima dei genitori della piccola e la sua mano. Lisario, in un’età di scoperte e di cambiamenti del corpo, si ritrova a far da cavia per un uomo che non ama. Iguelmano, difatti, è ossessionato dal piacere sessuale delle donne ed usa la sposa per i suoi esperimenti. Lei preferisce saltare sui letti, scorrazzare, e l’attenzione morbosa di lui la umilia e le fa male. Fuori dalle mura di palazzo, Napoli palpita. Il centro storico è covo di miseria. La sporcizia è in ogni dove, e gli spagnoli stentano ad ambientarsi in una città che ritengono ingestibile. Lisario cresce e conosce l’amore. Ha una figlia al di fuori del matrimonio e combatte per smarcarsi da un legame sfilacciato in partenza. Alternando il linguaggio moderno all’italiano dell’epoca, l’autrice infonde veridicità al testo. Il valore aggiunto è la ricerca sulla condizione delle donne dell’epoca attraverso gli occhi della protagonista. Elle sono oggetti, buone a partorire o a soddisfare le fregole maschili. Da parte sua, Lisario, mutilata della sua libertà, parte alla ricerca di un pochino di pace. E la trova, fintanto che invecchia e i suoi giorni si vaporizzano. Dormirà di nuovo Lisario, e sarà contenta.
Antonella Cilento ha onorato noi studenti del Liceo Classico P. Giannone di un po’ del suo tempo per parlarci di questo libro e “regalandoci” le sue esperienze e le sue opinioni riguardo al mondo femminile a cui noi donne apparteniamo. Intrigante è stata la sua riflessione sul piacere intimo di cui solo le donne hannoconoscenza in quanto in esse non raggiungono mai un apice, a differenza di quanto invece avviene nell’uomo, che è quindi limitato. La donna, autonomamente o meno, riesce a soddisfare i propri piaceri più riservati –precisa la scrittrice- poiché padrona del proprio corpo e della propria intimità. E’ capace di fare a meno di un uomo, di un partner di sesso opposto in quanto ha propria per natura tale fortuna o sfortuna (a seconda dei punti di vista).
Inoltre l’intraprendente donna ha citato spesso la città di Napoli in cui è ambientata la vicenda, ricercandone parallelismi con la città odierna e, poi, delineandone l’aspetto e le pessime condizioni che la rendevano all’epoca non proprio ospitale. Questo però non ne faceva una città negativa, in quando esistevano anche aspetti meramente positivi, ad esempio l’arte.


                                        Alessia Cimino

 Il piacere infinito delle donne


Un argomento correlato con il romanzo Lisario della Cilento è senz’altro autoerotismo. Il quale storicamente correla con la caduta dei capelli, con le punizioni divine, con la cecità e con tutta una serie di mal celate minacce genitoriali, al fine di tenere i giovani e non, lontani dal piacere.
La masturbazione femminile, poi viene ancor di più mistificata e celata, perché correla con il “sesso silente”, quindi non solo le donne, hanno avuto accesso in notevole ritardo alla sessualità scevra dal concepimento, ma ancor di più al piacere fine a se stesso. Quando si parla di autoerotismo, vi è una marcata scissione tra immaginario maschile e femminile. Il maschio, crescendo, palesa la necessità di praticare l’autoerotismo, in quanto tappa fondamentale della crescita psico-sessuale e, lo pratica stabilmente quasi a conferma della propria salute sessuale.
Per l’universo femminile, l’accesso al mondo del piacere avviene quasi sempre “per e con l’altro”; praticare l’autoerotismo, non solo viene fatto con estrema segretezza, ma con il la netta convinzione, frutto di antichi retaggi culturali, che viene praticato come surrogato e sostituto di un “piacere condiviso". Lo storico David Allyn lo avrebbe definito coming out quello che: “ Lisario è una donna libera dell’estrema schiavitù che il suo tempo e la sua condizione le impongono: è rimasta in contatto con la sua bambina interiore, ride e sa ridere di tutto, sa prendersi con libertà piacere dal suo corpo, non è condizionabile; la sua è una rivoluzione silenziosa, poiché è muta, ma gioiosa e inarrestabile. Troppe donne ancora oggi sono mute per volontà sociale, per paura della violenza che viene inflitta loro e che subiscono passivamente: donne violentate, vendute, uccise, maltrattate. Donne che, anche se hanno cultura e soldi, faticano a dire la loro. Ancor oggi, persino nel mondo delle arti, le donne fanno fatica, schiacciate da un maschile che non ha più le armi esplicite di un tempo ma finisce con il manifestarsi in tutto il suo spaventato e vanesio egocentrismo. Tutte siamo ancora Lisario, benché Lisario viva molto prima di ogni rivoluzione femminista. Lisario è post-femminista anche se è in grande anticipo sui nostri tempi”.



Davide De Angelis

martedì 16 dicembre 2014

                   La condizione della donna nella Napoli del 600 

Dopo aver letto il libro intitolato " Lisario o il piacere infinito delle donne" sono rimasta colpita dalla tematica, cioè la scoperta di una consapevolezza del desiderio e del  piacere femminile all'epoca dei vicerè spagnoli a Napoli nel 1600. È stato molto interessante, malizioso, divertente soprattutto per la ricostruzione della Napoli Barocca. La protagonista è una ragazza di nome Lisario Morales, muta a causa di un intervento alla gola mal riuscito. Spesso di nascosto scrive lettere alla Madonna. Per evitare il matrimonio che le viene proposto cade addormentata e ogni qualvolta non si può opporre alla violenza degli adulti, dorme. Dopo alcuni mesi viene curata da un medico fallito che arriva a Napoli per rifarsi una reputazione e grazie a lui si sveglia e ciò accade perché lui toccandola le fa provare il piacere sessuale. Lisario, però , alla fine è costretta a far da cavia per un uomo che non ama. Egli è ossessionato dal piacere sessuale delle donne e usa la ragazza per i suoi esperimenti. Questa attenzione morbosa fa molto male a Lisario. Lei infatti ha scoperto nella sua vita il dono del piacere femminile però purtroppo anche il prezzo da pagare per possederlo. Il valore di questo romanzo è proprio la condizione delle donne dell'epoca, trattate come oggetti che servono solo a soddisfare il desiderio sessuale maschile. Ciò che mi ha colpito è stato anche il linguaggio perché l'autrice usa una prosa e un linguaggio che si inseriscono bene nel contesto storico nel quale si svolge la vicenda. Si tratta di un libro che io consiglierei di leggere, innanzitutto per approfondire l'epoca storica e per conoscere la condizione femminile di quel periodo. 

                                                                                         EMANUELA BOZZO 

Storia di un'anticonformista

Lisario, la protagonista del romanzo di Antonella  Cilento deve fare i conti con due "problemi" : è innanzitutto una donna in un secolo particolare, il '600, in cui le donne avevano un ruolo marginale nella società, che non consentiva loro neanche di possedere una formazione culturale: esse erano considerate come dei semplici strumenti nelle mani degli uomini, i quali si servivano di queste per garantire la sopravvivenza della famiglia e per procurarsi piacere. Inoltre Lisario è muta, a causa di una maldestra operazione di un medico ciarlatano.
 Lisario è presentata come una ribelle, un'anticonformista, poiché, nonostante il particolare contesto in cui vive e la sua infelice condizione, essa legge di nascosto Cervantes e "parla"con la Madonna scrivendole delle lettere ( al riguardo,durante l'incontro, l'autrice del libro ci ha fatto osservare che Lisario non scriveva lettere alla Madonna perché fosse particolarmente religiosa, ma perché sentiva il disperato bisogno di "parlare" con qualcuno e la Madonna poteva essere la sua unica destinataria, dato che nessuno poteva sapere della sua condizione di letterata, in quanto la società in cui viveva glielo impediva.) Quando a Lisario, ancora una bambina, viene proposto per la prima volta il matrimonio, ella per sottrarsi a questa decisione presa dalla famiglia, si addormenta, facendo del suo corpo uno strumento per ottenere libertà e per allontanarsi da quei costumi che caratterizzavano la società dell'epoca. Lisario, affidata alle cure di Avicente, un medico fallito, si risveglia solo dopo aver scoperto il piacere sessuale che il medico (suo futuro sposo) ha saputo procurarle. Ed è proprio il piacere delle donne che diventerà l'oggetto di ricerca di Avicente, il quale si servirà, in questa ricerca, del corpo della giovane Lisario. Avicente in questo suo studio scopre che la donna è capace di provare piacere in misure che l'uomo non sarebbe mai stato capace di provare e che può arrivare a questo piacere senza alcun bisogno dell'uomo stesso, ripetendo l'esperienza "infinite" volte. Ed è proprio l'infinità del piacere femminile a spaventare Avicente e a spingerlo a studiare il mistero abissale ed indescrivibile di questo piacere.
A fare da sfondo a questa intrigante storia è la vivacissima Napoli  barocca del '600, che in quel periodo, sotto il dominio spagnolo, aveva raggiunto l'apice assoluto del suo splendore. Napoli, divenuta il fulcro del mondo culturale, attira importanti artisti provenienti da ogni parte del mondo (tra questi ricordiamo Caravaggio e Cervantes). La splendida città presenta,però, anche un lato  oscuro: a quei tempi, infatti, Napoli era in crisi a causa della pesantissima tassazione cui era sottoposta da parte del governo spagnolo, per cui era lacerata da numerose rivolte cittadine finalizzate ad alleggerire il peso delle tasse: dunque questa non è solo la storia di una donna che si ribelle alle forme sociali a cui è legata e che scopre il suo piacere, ma anche la storia di un'intera città che si ribella ai potenti.
Per quanto mi riguarda l'incontro con l'autrice del libro è stato molto interessante grazie all'abilità delle argomentazioni della Cilento,la quale è stata capace di mettere noi giovani a nostro agio nell'affrontare delle tematiche, che da secoli e tutt'ora ( facciamocene una ragione) sono soggette a tabù. Con la Cilento, infatti, non abbiamo soltanto discusso riguardo alla storia che ella ha narrato nel suo fantastico libro, ma abbiamo anche affrontato tematiche etico-culturali, come ad esempio quella dell'omosessualità o quella della masturbazione. Apprezzo molto la Cilento per l'apertura del suo carattere e delle sue argomentazioni, che, per quanto ci ostiniamo ad affermare il contrario, hanno destato almeno un minimo di imbarazzo in tutti noi che stavamo ad ascoltarla, perché noi, in fondo, anche se facciamo fatica a riconoscerlo, siamo inseriti in un sistema di disciplinamento che ci spinge a guardare ad alcune tematiche e, nel fatto in specie , alla masturbazione femminile, di cui la Cilento ha ampiamente parlato in quest'opera, come qualcosa di moralmente scorretto, come un piacere egoistico e non volto alla riproduzione. E' stato, inoltre, interessante analizzare una produzione  letteraria nel suo insieme, esaminando tutto il lavoro che l'ha preceduta ( ispirazione, elaborazione, revisione, pubblicazione).
Personalmente è la prima volta che incontro una scrittrice di cui ho letto un'opera e devo riconoscere che attraverso la conoscenza diretta della Cilento sono riuscita a comprendere delle sfaccettature e dei particolari che non avrei mai colto attraverso una lettura autonoma e isolata.

Caterina Arganese


                                    LISARIO O IL PIACERE FEMMINILE DELLE DONNE


Avevo già incontrato una scrittrice, semisconosciuta a dire il vero, nell'ambito di un PON d'Italiano che facemmo alle Scuole Medie. La Cilento, che pure non avevo mai sentito nominare, mi è sembrata però subito un'autrice più esperta e sinceramente migliore. Probabilmente avrei partecipato più attivamente e con più interesse all'incontro se solo avessi letto il libro, che ancora non mi appresto a prendere... Tutto quello che so è quindi un ricordo degli entusiasti riassunti delle mie compagne di classe.
A causa di un mal riuscito intervento chirurgico, Lisario è muta, legge però Cervantes e scrive lettere alla Madonna. Per sottrarsi al matrimonio cade addormentata, per mesi. Giunge a curarla, a Napoli, il medico fallito Avicente Iguelmano. Il dottore, con le sue terapie poco ortodosse penetrerà e sarà avvolto dall'abissale universo del piacere (infinito) femminile.
Sfondo della storia è la Napoli barocca del '600, vivace centro culturale dell'Europa: colorata e puzzolente, sapiente e miserabile. Una Napoli splendida che accoglie Cervantes e Caravaggio, ma anche una Napoli povera, appestata e culla di continue rivolte.
In questo contesto, in cui la donna non aveva certamente un ruolo di primo piano, in un periodo in cui, come per molti secoli prima e molti ancora dopo, la donna viveva all'ombra della figura maschile, Lisario è la ribelle che spezza gli equilibri, si ribella all'autorità dell'uomo con un gesto tanto assurdo quanto sconvolgente: dormendo. Lisario si eleva, inconsapevolmente, dalla massa e da' voce alla donna, costretta a vivere ai margini della società, ignorante e ignorata. Ed è a mio avviso straordinario, e paradossale, che a donare la voce a quello che è stato a lungo considerato il sesso debole, sia una ragazza muta.
Come nella più classica delle favole, dunque, la Bella Addormentata viene salvata dal suo principe azzurro,  che verrà ammaliato dai segreti meccanismi del piacere femminile che diverrà l'ossessione della sua vita. La sessualità diventa una delle protagoniste della storia, durante l'incontro straordinaria è stata la capacità della Cilento di parlarne con la massima spontaneità possibile, senza imbarazzi o disagi, abbattendo con la curiosità e l'importanza della condivisione taboo secolari figli di una società bigotta.
L'incontro, però, che forse proprio per questo è stato unico nel suo genere, non è stato esclusivamente incentrato sulla discussione del libro, proprio perchè molti di noi l'avevano letto "a rate", ma ha avuto anche un'impostazione più squisitamente tecnica e ci ha offerto la possibilità di volgere alla Cilento domande sull'arte della scrittura. Bellissima e divertente è stata la lettura di un passo del romanzo che ha chiuso il piacevole incontro.
Oltre il romanzo!

"Lisario o il piacere infinito delle donne", il titolo del libro della scrittrice Antonella Cilento.Per la prima volta mi è capitato di incontrare una scrittrice e soprattutto di cui ho letto il libro, sebbene in parte.L'incontro mi ha colpito davvero molto. E' stato interessante scoprire cosa c'è oltre quel che può sembrare un semplice libro: come lo si scrive, le ispirazioni, l'immaginazione dell'autore nel creare i personaggi ed affidare loro un ruolo, un determinato comportamento da assumere e collocarli in un luogo ed un tempo. La scrittrice Cilento ambienta il suo romanzo nella Napoli del '600, mostrando uno sfondo storico e sociale di quel tempo. Si tratta di una società vivacissima,il cui apice assoluto è rappresentato dalla cultura, in cui alle donne non era concesso parlare, in quanto dovevano soltanto obbedire a quanto detto o fatto dai loro uomini, né ricevere un'istruzione. Cilento sceglie come protagonista del suo romanzo, non a caso, una figura femminile: Lisario, una giovane ragazza, non dotata di chissà quale bellezza e muta; per tale ragione sente un disperato bisogno di dialogare con qualcuno e lo fa scrivendo delle lettere alla Madonna. Per lo stesso motivo, non può ribellarsi a quanto le viene imposto e si sottrae addormentandosi per un lungo tempo. Proprio durante questo comportamento, assunto da Lisario, un certo dottore, Avicente Iguelmano, entra in contatto con il corpo della fanciulla e scopre che in realtà la ragazza è sveglia, ma soprattutto prova piacere, vivendo pienamente le emozioni che il contatto con quel corpo le provoca. Da qui il piacere infinito delle donne, rispetto a quello maschile, che al contrario, appare limitato. Uno dei temi del romanzo è il sesso. Altro aspetto interessante dell'incontro, quasi sorprendente, è il modo in cui Antonella ne ha parlato con noi, assumendo una certa spontaneità ed evitando una qualsiasi forma di imbarazzo.
Mi piacerebbe incontrarla di nuovo ed eventualmente fare un corso di scrittura creativa con lei.
Gagliarde Martina 

lunedì 15 dicembre 2014

Il Barocco in un romanzo

Non avevo mai sentito parlare di Antonella Cilento. Voglio essere sincera. Non sapevo nemmeno chi fosse né di cosa parlasse il suo libro. Quando ho saputo che avremo dovuto incontrarla, il mio entusiasmo era dovuto principalmente alle ore di lezione e a quelle di studio a casa che mi sarei persa. Quando il professore ci ha consigliato di “leggiucchiare” il suo romanzo per prepararci all’incontro, invece,  di entusiasmo ne ho avuto ben poco. Pensavo soltanto al fatto che avrei dovuto aggiungere ancora un altro libro alla montagna di quelli che dovevo studiare. Ma dopo aver aperto il romanzo per la prima volta, mi sono resa conto che stavo leggendo non per dovere ma con vero e proprio piacere. Il libro ha iniziato a incuriosirmi, coinvolgermi, affascinarmi. Non appena avevo un po’ di tempo libero, cercavo di leggere quante più pagine possibile. Fino a poco prima consideravo quell’incontro ormai vicino come una semplice perdita di tempo, ma presto ho iniziato a innamorarmi della scrittrice. Desideravo vedere di persona colei che con le sue parole era riuscita ad ammaliarmi. Giunto il momento dell’incontro, abbiamo discusso su tutte le tematiche che mi ero posta e che, appunto, speravo di approfondire. 
 “Lisario o il piacere infinito delle donne” mi ha fatto riflettere su tantissime questioni. Non è un semplice romanzo storico. E’ un libro variopinto. Sembra un quadro in cui si incontrano tra di loro colori diversi e tante figure. Un’opera d’arte del Barocco. E, guarda caso, è ambientato proprio nel '600, a Napoli, culla del Barocco. L’ambiente che fa da sfondo alle vicende narrate è una città vivacissima, che vive un momento di splendore grandioso. Forse è proprio nel '600 che la cultura napoletana conosce il suo apice di sviluppo. E’ il vero fulcro del mondo, che attira pittori da ogni dove. Caravaggio vi passa due volte, mentre a Cervantes ne basta una sola per innamorarsene perdutamente, tanto che per tutta la vita la ricorderà come il luogo più bello d’Europa. Napoli, però, è anche luogo di povertà, fame, rivolte, spazzatura, cattivi odori. Una città, quindi, dalle mille sfaccettature, che presenta tanti aspetti, diversi e contrastanti. 
Il '600, in poche parole, si rivela essere più vicino a noi di quanto abbiamo mai creduto. L’uomo, d’altronde, è sempre lo stesso. E anche i personaggi del racconto sono simili agli uomini moderni. Leggendo il romanzo mi sono immedesimata completamente nella protagonista. Ho seguito tutte le sue vicende quasi come se le stessi vivendo io stessa, come se i suoi pensieri fossero i miei. Antonella Cilento ha saputo dominare la storia con un’abilità sorprendente. Attraverso questo racconto si è rivelata essere una scrittrice grandiosa, capace di scovare non solo nella storia ma anche nell’ animo dell’essere umano, e capace di attirare a sé il lettore, così come una calamita attira il ferro.
Ma perché abbiamo il bisogno di raccontarci storie? E’ stata Cilento stesso a farcelo capire durante l’incontro. Una storia diventa interessante quando ci colpisce nell’anima, quando parla di noi stessi, ci fa riflettere sulla propria vita. E questo libro mi ha entusiasmato proprio perché in Lisario ho visto qualcosa, o forse molte cose, di me stessa. 
Lisario è una ragazza che vive in un secolo in cui le donne non sono nulla, ma sono costrette a ubbidire alle decisioni dei propri padri. Lisario, però, è una donna particolare, una ribelle. E anche il suo modo di ribellarsi è particolare. Per fuggire il matrimonio sceglie di addormentarsi. E’ diversa la situazione delle donne, al mondo oggi? Non molto. Sono ancora vittime, ancora non hanno una libertà effettiva, e sono poche quelle che riescono a trovare gli espedienti per poter far valere il proprio io. Alla fine anche Lisario si sposa e suo marito, addirittura, la fa diventare uno strumento scientifico. La usa per studiare il piacere femminile e capisce che è qualcosa di diverso rispetto a quello degli uomini: è un piacere infinito
E’ questa la tematica che mi ha incuriosito più di tutti, un argomento su cui non avevo mai riflettuto e su cui proprio questo libro mi ha spinto a pensare continuamente. Perché la masturbazione femminile era un tabù nel '600 ma, diciamoci la verità, lo è ancora oggi. E’ stata connotata nel tempo da forti pregiudizi che l’hanno resa qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi, tant'è che una gran parte di donne continua a negare di praticarla o prova ancora imbarazzo nel parlarne, col timore di essere giudicata e stigmatizzata. Nel Medioevo le donne che si masturbavano venivano considerate streghe e condannate come eretiche poiché si riteneva che avessero rapporti con il diavolo in persona. Ma ancora oggi vengono ritenute “assatanate”, “ninfomani”. Per secoli la sessualità femminile è stata considerata debole, subalterna a quella maschile .Molti non accettano che le donne si procurino piacere da sole poiché lo considerano un piacere assoluto, “fine a se stesso”, che non permette la riproduzione e, soprattutto, non mette la donna nelle condizioni di dover assecondare e compiacere un uomo. Per molti ammettere che le donne si masturbano significa dover mettere in discussione le basi stesse del patriarcato, che si fondano su una totale dipendenza, anche sessuale, della donna rispetto all’uomo
Ed ecco come, ancora una volta, un racconto frutto della fantasia, ambientato in un’epoca apparentemente molto lontana alla nostra, si rivela esserci in realtà vicinissimo. Il passato, la letteratura possono essere utili a comprendere e migliorare l’uomo presente? La risposta è sì. 


Aurora Mella

Entrare nel romanzo..."Lisario o il piacere infinito delle donne"



“Lisario o il piacere infinito delle donne” è la storia di una donna, ambientata nel Seicento in una Napoli fiorente, ricca di cultura. Lisario è una giovane donna che riesce a far sentire la sua “voce” in un ambiente in cui alle donne non è concesso parlare. Le donne erano oggetti nelle mani degli uomini, ricettacolo del loro seme, esseri marginali, inferiori, a cui non era permesso possedere una formazione culturale. Lisario, scontrandosi dunque con la società di cui è parte rompe gli schemi rigidi della sottomissione e mostra aspetti che rendono giustizia alla figura femminile. È interessante notare come la storia di una donna, scritta da una donna, venga analizzata nel romanzo, sempre o quasi, dal punto di vista di un uomo, Avicente, che sta lì a studiare quel piacere infinito che al maschio non è concesso, un piacere di cui ha paura, un piacere che lo fa sentire inferiore, impotente, debole. Un piacere che l’uomo non controlla, non sottomette, un piacere autonomo, libero da limiti e costrizioni alle quali, invece, la donna era costretta a sottostare nel ‘600. Forse in questo caso, al contrario di quello che accade oggi, la donna, in particolare Lisario, utilizza il suo corpo per sottrarsi al controllo del mondo, lo usa come strumento di libertà. Un corpo, quello di Lisario che nasconde tanti segreti ed emozioni che la rendono un personaggio profondamente complesso ed inquieto. Il romanzo descrive in modo minuzioso ciò che quel corpo è in grado di fare, senza la minima inibizione, è questo ciò che ho apprezzato molto nel testo e anche nell'incontro con l'autrice: la capacità di esprimersi in maniera diretta, senza troppi giri di parole, coinvolgendo il lettore e l'ascoltatore in un discorso in cui molto spesso si ha paura di addentrarsi. Quello con l'autrice è stato un' incontro sicuramente interessante non solo per meglio comprendere alcuni passaggi del libro ma anche per entrare in un mondo che non sempre ci viene raccontato: quello dello scrittore. È stata certamente un'esperienza nuova ed emozionante, almeno per me, analizzare un romanzo partendo dalla sua nascita, focalizzando l'attenzione su cosa abbia ispirato l'autrice, sulle diverse fasi che hanno portato alla redazione finale del testo, perchè credo che un romanzo sia qualcosa di molto più complesso del semplice racconto, penso infatti che per comprenderne al meglio il senso conoscere l'autrice sia stato un grande vantaggio e una grande ricchezza. Esperienza da rifare!

Claudia Pastore

venerdì 12 dicembre 2014


Una ragazza muta, lettere alle Madonna, piacere sessuale e molto altro...



Lisario o il piacere infinito delle donne è un malinconico ritratto di una società popolata da cittadini ricchi economicamente ma poveri moralmente. Siamo nella Napoli del XVII secolo, dove le donne sono succubi dei mariti e l’omosessualuità è un crimine. In questo quadro si inserisce una fitta trama di incontri fortuiti, avventure e disavventure, la cui protagonista è Lisario. La ragazza, come ogni donna di quell’epoca non ha diritto di parola, né di poter scrivere o leggere, quindi si limita a fare ciò di nascosto e nessuno si aspetta niente da lei, tranne che, come da copione, riesca a sposare un uomo facoltoso. Lisario però è ancor meno fortunata, avendo perso la voce a causa di un intervento malriuscito. Ecco che entra in scena un’altra pecca di quella Napoli a doppia faccia, questa volta non in ambito etico, ma medico.

“Lisario era abbreviazione di Belisaria, poiché il nome intero era riservato alla donna sposata
che un giorno avrebbe dovuto esistere al suo posto,
ma tutti continuavano a chiamarla così a causa dell’oscuro presentimento che sarebbe rimasta per sempre mezza,
né maschio né femmina, sospesa al suo stato animale
che la rassomigliava a una lucente e verde lucertola
,
in quel luogo dell’adolescenza dove tutti gli esseri ancora sono spiriti del mare o dei boschi”.

A questo punto, quando nessuno è disposto ad ascoltarti  e ricevi la stessa considerazione di chi chiede l’elemosina (anche se si potrebbe dire che la preoccupazione per il suo stato di salute c’è, in quanto i genitori si affidano ai “migliori” medici pur di non avere una bella addormentata in casa), quale altro appiglio se non la fede?! Lisario inizia a scrivere lettere alla Madonna e, naturalmente, non riceverà alcuna risposta, e forse, anche se avesse potuto, la vergine non l’avrebbe mai data ai poco discreti interrogativi. Si rivela quindi la difficoltà di una donna nell’essere tale, la quale poi, “grazie” all’ imperturbabilità di un uomo che le risveglia i sensi in modo sconcertante, decide di vivere la vita, e il piacere sessuale. 

                                                    

                                                                                                                                   Rotondi Francesca



giovedì 11 dicembre 2014

Incontro con Antonella Cilento. 

Una suggestiva descrizione della Napoli del 1600, socialmente dinamica, fiorente sotto diversi aspetti ( basti contare il numero di autori e artisti menzionati all'interno della trama), ma allo stesso tempo molto simile a quella che i più oggi sono soliti descrivere:" la Napoli del '600 era la città più grande d'Europa. Era già corrotta , sporca , puzzolente e piena di persone che cercavano di imbrogliare".
All'interno di questa situazione si sviluppa l'intensa storia di Lisario, rimasta muta in seguito ad una "operazione" mal riuscita, ma in grado di compensare questo suo "handicap", con capacità incredibili , tra cui quella di riuscire ad addormentarsi a comando e rimanere "inattiva" per periodi più o meno lunghi.
Ed è proprio intorno ad uno di questi periodi di pausa che gravita l'episodio centrale di tutto il libro : Lisario , in preda al sonno per evitare di sposare un vecchio, viene curata da un medico , Avicente , in cerca di ri-affermazione a Napoli. Il medico , un giorno, trovandosi da solo nella stanza in cui dormiva la protagonista è colto da un irrefrenabile istinto sessuale che lo porta a "toccare" le parti intime della sua paziente. Da qui parte il discorso del piacere sessuale infinito delle donne , ben diverso da quello degli uomini, come spiegato da Antonella.
Durante il nostro incontro la scrittrice ha raccontato come in un'altra occasione la parola "masturbazione" avesse provocato stupore e per certi versi scandalo ; nel nostro caso ciò non si è verificato ,"è una cosa normale", come afferma anche la stessa Antonella.
Quando , durante la lettura , mi sono trovato di fronte a queste tematiche, sono stato invogliato dalla curiosità  di conoscere  l'idea di sessualità presente all'interno della trama.
Ognuno ne ha una diversa.
Parlare di ciò nell'incontro è stato un vero e proprio incentivo per confrontare i diversi punti di vista e discutere anche riguardo all'omosessualità.
Io non scrivo , non mi piace e non ho mai pensato di farlo, ma mi piace leggere il prodotto della scrittura altrui. Stare a contatto con un'esperta del settore è stato molto suggestivo sotto molti aspetti.
Non ho ancora letto il libro integralmente ,ma sono nate in me già diverse curiosità che prima o poi approfondirò.

venerdì 7 novembre 2014

Frasi-guida 1 (2014-2015): Giordano Bruno


Perché saltare due ore di scuola può essere più formativo che passarle a studiare greco e storia


L'incontro con Antonella Cilento, produttiva scrittrice napoletana dei secoli XX e XXI, è stata un'occasione molto ghiotta per curiosi, appassionati, interessati o semplici lettori per farsela sfuggire. La possibilità di incontrare uno scrittore, a scuola, in maniera molto diretta, è un evento più unico che raro, e come tale va colto al volo.

Cilento ha scritto tra le altre opere  Lisario o il piacere infinito delle donne, il testo al centro della discussione. Questo è il punto centrale di tutto: discussione. Quante volte andiamo a conferenze o incontri vari, ma il più delle volte ci asteniamo dal sollevare questioni in merito all'argomento per i motivi più assurdi e, se mi è concesso il termine, stupidi: invece, il giorno di Halloween, a causa anche del quantità esigua di soggetti presenti, è stato un face to face molto coinvolgente. Personalmente, era la prima volta che potevo incontrare un professionista del settore, settore di cui sono molto appassionato, (purtroppo, causa pigritia) non accanito lettore, ma dilettato compositore di piccoli scritti. Di fatto, la mia domanda ha toccato questo lato della medaglia, e non quello relativo ai temi del libro. E credo anche che Cilento non se l'aspettasse, perché dalla nostra generazione, gli adulti non si aspettano domande del genere. Comunque, tornando a prima, credo che questi tipi di incontri possano toccare le corde di una persona più di un Canzoniere imparato a memoria. Perché leggere delle poesie di un poeta depresso piuttosto che leggere la vita di una donna in cui la maggior parte dei lettori si rispecchierebbe, nonostante fosse una donna del Seicento, vuol dire mischiare acqua con il vino. Non sto dicendo che il libro di Cilento sia un capolavoro della letteratura e il Canzoniere un libercolo da quattro soldi, ma la differenza si nota. Ciò che sono riuscito ad assorbire dalla parziale ma attenta lettura del libro e dalla discussione con la scrittrice, non è altro che una boccata di salute per me stesso. Come si è notato, la mia riflessione si basa sulla parte pratica del lavoro di scrittura, e credo sia una delle cose che mi affascini di più, come ho già ribadito sopra, e sarebbe bello se molti avessero questa voglia. Ci si potrebbe confrontare, parlare, scambiare opinioni e idee, per avere una forma mentis sempre più larga. Non voglio tirarla troppo sulle lunghe, quindi congedo voi lettori dicendo che scrivere sia un'attività che ancor più di leggere può attirare le persone. Perché sfogarsi con la penna o la tastiera, libera la mente e il cuore! 

Luigi Caporaso.

Tra passato e presente

Immaginate una scena: una ragazzina, quasi adolescente, chiede a una donna molto, ma davvero molto più grande di lei, in quale misura il suo uomo le arrecasse piacere … carnale. Aggiungeteci, poi, che la suddetta donna non sia una qualunque, ma la Madonna in persona, a cui, di fatto, viene chiesto di parlare di quanto Giuseppe la soddisfacesse, di quanti fratelli avesse suo figlio, Gesù, di quanto piacere (carnale, sempre) riuscisse a provare. Ora immaginate di leggere tutto questo in un libro: cosa fareste, cosa pensereste della mente che ha formulato e poi messo per iscritto una cosa del genere? Probabilmente le anime più pure e cristiane sarebbero prese da un moto irrefrenabile che le porterebbe a chiudere il libro in un batter d’occhio, pensando non valga la pena di continuare; altre, più perverse, continuerebbero a leggere, magari per vedere fin dove le fantasie appena accennate possano spingersi. Confesso che io faccio parte della prima schiera di lettori e, magari, sono rimasta così folgorata da alcuni passi della storia da non tenere neanche in considerazione la parte di lettori, che magari è la più cospicua, che ha letto questo passo senza battere ciglio, come se niente fosse, calandosi a pennello nella fantasia letteraria. Questo perché, prima dell’incontro con l’autrice, Antonella Cilento, io, questo libro, non lo avevo capito affatto. E di conseguenza, quando ci si ferma all’apparenza delle cose, presi da pregiudizi errati, non si fa caso alla profondità che tali cose, spesso, nascondono. D’altronde sono proprio i pregiudizi la parte essenziale del libro: pregiudizi nei confronti delle donne che, nel ‘600, anno in cui la vicenda si svolge, venivano relegate nella parte più bassa della società; pregiudizi che sussistono ancora oggi nel nostro rapporto con la sessualità, che rendono alcuni argomenti dei “tabù” che molto spesso ci vietano, addirittura, di conoscerci come dovremmo. L’autrice nel suo libro affronta tutto questo: crea un paradosso suggestivo, quello di una ragazza, tra l’altro muta (il che dovrebbe renderla a maggior ragione “schiava del sistema”) che trova una scappatoia per vivere  una maggiore libertà … in tutti i sensi. Il tutto intessuto di comicità, leggerezza, passione, che però non vietano alla scrittrice di trattare tematiche più serie e, spesso, difficili. Antonella Cilento, infatti, ha la capacità di denunciare, anche tra una battuta in napoletano e l’altra, molte abitudini del passato, consentendoci, molto spesso, addirittura di fare un salto nel presente per confrontare la situazione di quei tempi con quella dei nostri, portandoci a renderci conto che forse le differenze tra la storia passata e quella contemporanea non sono molte, soprattutto se prendiamo in considerazione particolari aree del mondo, e che forse le donne sono ancora vittime di pregiudizi come lo erano allora. Ma non solo: il libro è un romanzo storico ed è pieno di riferimenti storici, artistici e musicali rispetto all'epoca in cui si svolge: dalla peste, a Masaniello con i suoi ribelli, e ancora alla citazione di nomi di numerosi artisti e titoli delle più belle opere musicali del tempo. La suggestività della storia, insomma, cresce di pagina in pagina, e conoscere l’autrice, avere conferma della sua assennatezza e sentire a pelle la sua leggerezza riguardo a temi che noi siamo soliti snobbare, la sua facilità nel discuterne e di offrirli, mi ha fatto completamente aprire la mente riguardo al libro e riguardo agli argomenti trattati in generale, consentendomi non solo di capirlo al meglio, ma anche di farmi interessare a tematiche da approfondire. Senza contare il vero e proprio “piacere della lettura” che è offerto dalla storia: l’intrigo della rende tutto il resto sottile, e di conseguenza ancora più interessante.


Giovanna Pallotta



martedì 10 giugno 2014

Effetti positivi della Marjuana



La marijuana è sempre stata molto criticata dai media per il suo uso ludico. Oggi la marijuana legale a scopo medicinale è in aumento, soprattutto negli Stati Uniti dove l’uso terapeutico è sempre più regolarizzato e dove a breve (in California) ci saranno i primi referendum per la legalizzazione
1.       CURA L’EMICRANIA
2.        RALLENTA LA CRESCITA DEI TUMORI
3.       ALLEVIA I SINTOMI DELLE MALATTIE CRONICHE
4.       PREVIENE L’ALZHEIMER
5.       CURA IL GLAUCOMA
6.       PREVIENE LE CONVULSIONI
7.       AIUTA CHI E’ AFFETTO DA ADD (ATTENTION DEFICIT DISORDER) E ADHD (ATTENTION-DEFICIT/HYPERACTIVITY DISORDER ovvero SINDROME DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’)
8.       PUO’ TRATTARE I SINTOMI DELLA SCLEROSI MULTIPLA
9.       AIUTA AD ALLEVIARE I SINTOMI DELLA SINDROME PREMESTRUALE
10.   AIUTA A CALMARE CHI E’ AFFETTO DALLA SINDROME DI TOURETTE E DA DISTURBI COMPLULSIVO-OSSESSIVI